L’esito normale del lutto è per definizione la sua
risoluzione.
La durata di tempo necessario perché questo avvenga è
però difficile da stabilirsi a priori in quanto non è
facile stabilire quando finisce il lutto. Una volta gli psichiatri
ritenenvano che questo dovesse durare da qualche mese ad un anno, ma oggi
si ritiene che talvolta il lutto possa anche durare molto più a
lungo.
Oggi si ritiene infatti che molte persone possano uscire dal lutto in
maniera diversa dal modo con cui ci si riprende per esempio da un
incidente, o da una lunga malattia, raggiungendo un nuovo stato di
equilibrio che può essere anche molto diverso da quello che
l’individuo manifestava prima del lutto, ma ciò nonostante,
è soddisfacente.
La psicoterapia di counselling od i farmaci possono essere efficaci se
prescritti alle persone giuste e al momento giusto, ma il difficile
è proprio stabilire quali sono i casi a rischio di sviluppare un
lutto patologico per cui è necessaria una terapia.
Infatti, proporre una terapia di counselling ad un individuo che è
in grado di cavarsela da solo nell’elaborazione del proprio lutto
può essere deleterio, in quanto potrebbe minare la sua fiducia di
potercela fare da solo ed incoraggiare una inutile dipendenza dal
terapeuta che potrebbe portare ad una inutile regressione.
D’altra parte, una terapia di counselling, se prescritta
all’individuo che non è in grado di cavarsela da solo,
può essere l’intervento che fa la differenza tra una
efficace risoluzione del lutto ed una lunga depressione reattiva.
Per tornare al suo caso, credo che la cosa migliore da farsi sia quella
di sentire un parere esperto, consigliando a suo fratello di farsi vedere
da uno psichiatra o da uno psicoterapeuta per una valutazione della sua
situazione attuale.