Per quanto possa essere duro da accettare, la ripetizione di
tentativi suicidari è una pratica piuttosto comune che si verifica
all’incirca nel 15ýegli individui che hanno tentato un suicidio
entro un anno dal primo tentativo non riuscito. Circa l’1ýi costoro
riesce quindi ad uccidersi entro un anno, ed un altro 3þntro durante i
cinque anni successivi.
In effetti esistono delle caratteristiche specifiche che sono state
riscontrate in coloro che più frequentemente ripetono un tentativo
suicidario.
Queste caratteristiche includono: una età uguale o superiore ai 45
anni, il fatto di essere maschi, il fatto di essere stati ospedalizzati
nel corso del precedente tentatvo suicidario, il fatto di avere problemi
di abuso di droghe o alcol, il fatto di soffrire di un disturbo di
personalità, il fatto di vivere soli (magari a causa di
separazione, divorzio o vedovanza), una storia di precedenti disturbi
psichiatrici, il fatto di avere precedenti penali, la disoccupazione e la
appartenenza ad un basso livello sociale.
Nonostante l’elevata percentuale di tentativi suicidari ripetuti,
molti pazienti, nei mesi successivi al loro primo tentativo, riescono a
migliorare significativamente sia dal punto di vista sociale che
psicologico. Non è sempre chiaro però se tale miglioramento
sia da imputarsi al risultato dei trattamenti ricevuti, alla naturale
risoluzione della crisi che li aveva portati al tentato suicidio o agli
effetti di richiamo di attenzione da parte dell’ambiente
circostante che il tentato suicidio aveva generato.