Rabbia e lutto

Autore: Fabio Piccini, medico e psicoterapeuta Junghiano è responsabile del servizio di Psicologia Clinica e Psicoterapia presso la casa di cura "Malatesta Novello" di Cesena. Lavora privatamente a Rimini e a Chiavari. E-mail:

Versione iniziale: 10 mag 2003. Ultimo aggiornamento: 10 mag 2003.

Domanda:

 Nostra figlia ha perso il suo ragazzo e adesso è piena di rabbia nei confronti di chiunque. Come dobbiamo comportarci?

Risposta:

La rabbia e l’irritabilità che si spesso vedono nel lutto, possono essere la parte più difficile da sopportarsi per le persone vicine e colui che ha subito una perdita.

La rabbia nel lutto può essere riconosciuta ed accettata, tollerata e condivisa con le persone più care ed in questo caso si dissipa gradualmente da sola.

Ma la rabbia nel lutto può anche venire spostata dalla coscienza in vari modi su di sé (dando origine a sentimenti di autodenigrazione e colpa), sulla famiglia (dando origine a sentimenti di alienazione nel caso la famiglia non riesca a tollerarla o a comportamenti accusatori nel caso in cui colui che ha subito il lutto senta che nessuno si cura di lui), sugli altri (dando origine ad accuse di responsabilità o negligenza, con inizio talora di azioni legali), o infine, se la persona è cattolica, su Dio (con conseguente perdita della fede).

La rabbia nel lutto può anche essere soppressa, dando origine a reazioni depressive ed a malattie psicosomatiche.

La rabbia, è una fase normale del lutto, ma se ne diventa la parte principale può essere necessario rivolgersi ad un professionista (psicoterapeuta o psichiatra) per una opportuna terapia di supporto.

Ulteriori informazioni

Fonti, referenze