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Ammalarsi di gioco

Autore: Dr. Fabio Piccini, medico e psicoterpeuta junghiano (AIPA), (piccini@anoressia-bulimia.it)

Dr.ssa Agnese Sacchetta, psicologa clinica

Versione iniziale: 25 feb 2004. Ultimo aggiornamento: 25 feb 2004.

Domanda: 

Si può parlare di gioco d’azzardo come di una malattia?

Risposta:

Si, il gioco d’azzardo patologico è considerato un disturbo del controllo degli impulsi, il soggetto non riesce a resistere all’impulso, alla spinta, alla tentazione di giocare. Le sensazioni provate sono un crescente senso di tensione prima di commettere l’azione ed un vissuto di piacere, gratificazione o sollievo nel momento stesso in cui la si mette in atto.

Il giocatore, quando perde, ritorna spesso a giocare e tende a mentire ai familiari e ai conoscenti per negare il forte coinvolgimento.

Il gioco d’azzardo patologico può avere un andamento regolare o episodico, ma solitamente tende alla cronicità, caratterizzata da episodi di gioco sempre più frequenti e dall’ammontare delle cifre giocate.

Per quanto riguarda la terapia, oltre al trattamento psicoterapico, vengono utilizzati alcuni farmaci che agiscono sul sistema serotoninergico come la fluoxetina e la clomipramina, o stabilizzatori dell’umore come il carbonato di litio e la carbamazepina.

Esistono inoltre gruppi di auto e mutuo aiuto nati per superare insieme le difficoltà.

Fonti, referenze

Attenzione: I documenti contenuti in questo sito Web sono solo a livello informativo. Il materiale non deve essere inteso come sostituto di una visita medica specialistica. Il materiale in questo sito web non può e non deve essere usato come base per una diagnosi o per scegliere un trattamento. Se trovi qualche cosa che potrebbe essere errata o inesatta scrivi a
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