Sovrappeso e femminilità

Autore:

Fabio Piccini, medico e psicoterapeuta Junghiano è responsabile del servizio di Psicologia Clinica e Psicoterapia presso la casa di cura "Malatesta Novello" di Cesena. Lavora privatamente a Rimini e a Chiavari. E-mail:

Versione iniziale: 28 ott 2003. Ultimo aggiornamento: 28 ott 2003.

Domanda:

 Sono una donna in sovrappeso. Sento di aver perso la mia femminilità e penso a me solo come un corpo informe. Cosa posso fare?

Risposta:

Quali sono i criteri che ci permettono di definire la femminilità o meno di una donna?

Non esistono regole, è una questione di periodi storici, di gusti personali, di ciò che è attraente rispetto a ciò che è considerato solo bello.

Le ragazze quasi anoressiche che sfilano sulle passerelle o che appaiono nei giornali sarebbero forse il simbolo della femminilità?

Ciò che rende una donna attraente è la bellezza del suo fisico biologicamente predisposto alla maternità, non un corpo gracile e malato, non un corpo di plastica.

Al di là dei valori e degli ideali che ognuno di noi possiede, è importante saper amare il nostro corpo e riscoprire la bellezza di quelle curve che odiavamo o di quella parte che potrebbe essere per molti inimmaginabilmente seducente; il nostro corpo non esiste solo per esser odiato e modificato ma è lì anche per essere amato e rispettato.

Bisogna partire però dal trovare un equilibrio interiore perché, altrimenti, non potremo mai essere in pace con noi stessi in quanto, il malessere che spesso pervade la nostra vita, anche in maniera impercettibile, si riflette sul nostro corpo, facile preda della nostra sofferenza.

Fonti, referenze