Fabio Piccini, medico e psicoterapeuta Junghiano è responsabile del servizio di Psicologia Clinica e Psicoterapia presso la casa di cura "Malatesta Novello" di Cesena. Lavora privatamente a Rimini e a Chiavari. E-mail:
Domanda:
Il mio ragazzo ha tentato il suicidio due mesi or sono. Qual’è il rischio che ci riprovi di nuovo?Risposta:
In effetti esistono delle caratteristiche specifiche che sono state riscontrate in coloro che più frequentemente ripetono un tentativo suicidario.
Queste caratteristiche includono: una età uguale o superiore ai 45 anni, il fatto di essere maschi, il fatto di essere stati ospedalizzati nel corso del precedente tentatvo suicidario, il fatto di avere problemi di abuso di droghe o alcol, il fatto di soffrire di un disturbo di personalità, il fatto di vivere soli (magari a causa di separazione, divorzio o vedovanza), una storia di precedenti disturbi psichiatrici, il fatto di avere precedenti penali, la disoccupazione e la appartenenza ad un basso livello sociale.
Nonostante l’elevata percentuale di tentativi suicidari ripetuti, molti pazienti, nei mesi successivi al loro primo tentativo, riescono a migliorare significativamente sia dal punto di vista sociale che psicologico. Non è sempre chiaro però se tale miglioramento sia da imputarsi al risultato dei trattamenti ricevuti, alla naturale risoluzione della crisi che li aveva portati al tentato suicidio o agli effetti di richiamo di attenzione da parte dell’ambiente circostante che il tentato suicidio aveva generato.