Psicofarmaci e cambiamento della personalità

Autore:

Fabio Piccini, medico e psicoterapeuta Junghiano è responsabile del servizio di Psicologia Clinica e Psicoterapia presso la casa di cura "Malatesta Novello" di Cesena. Lavora privatamente a Rimini e a Chiavari. E-mail:

Versione iniziale: 10 mag 2003. Ultimo aggiornamento: 10 mag 2003.

Domanda:

 Sto prendendo degli psicofarmaci e mi chiedo: questi farmaci modificheranno il mio carattere o il mio modo di pensare?

Risposta:

Anche se certe volte potrebbe farci comodo, i farmaci non hanno questo potere. La malattia piuttosto, soprattutto se trattasi di una malattia cronica, può in certi casi modificare il modo di vedere e di vivere la vita.

Un disturbo mentale può rendere la visione della propria vita senza senso o, viceversa, renderla disperata. Ma non sono i farmaci a determinare questo risultato tant’è vero che si possono avere questi stai d’animo anche in persone che non assumono farmaci.

Ci sono malattie che possono modificare grandemente il rapporto che una persona ha con sé stessa, con gli altri, con la vita.

Tra queste vi sono per esempio molte malattie metaboliche, ma anche patologie tumorali, o auto-immuni come l’AIDS.

In questi casi si vede bene come le modifiche che avvengono nel comportamento del paziente sono da rifrirsi al fatto di soffrire di quella determinata malattia piuttosto che al fatto di assumere un determinato farmaco per la sua terapia.

Pertanto, se un medico specialista le ha prescritto degli psicofarmaci per una qualsiasi motivata ragione, il mio consiglio è quello di assumerli ai dosaggi prescritti senza timore di modifiche o di danni cerebrali, in quanto non vi è alcun rischio del genere.